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Tango del padre morto e dello psichiatra immaginar

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Padre, sei morto.

Non rispettasti la promessa

Di tornare e dirmi

Se c’era il tuo

Aldilà.

Mi lasci qui da sola

A ballare un tango

Con lo sconosciuto.

Alla mia età

Di nuovo mi ordini

d’apprendere

Ad andare

Oltre me stessa.

Zitto, imbecille,

al diavolo Edipo e Freud

parlo d’amore:

tu, taci!


 Leonora Lusin - 17/04/2012 13:26:00 [ leggi altri commenti di Leonora Lusin » ]

Che forza in questi versi Maria. Un saluto.

 cristina bizzarri - 13/12/2011 21:29:00 [ leggi altri commenti di cristina bizzarri » ]

Maria, ma questi padri, come sono stati importanti... forse troppo e troppo amati. A me non basta una vita per metabolizzare! Anche per questo, ma anche per altri motivi, alla mia non certo più tenera età mi considero parente della dolce, ignara Aurora.
Il tubo digerente della psicanalisi freudiana si è svuotato?! Meglio Jung?
Che ironia e quanta scuola di vita nelle tue poesie, vere.
Come Proust (che mi perdoni dalla sua Combray eterna per osar paragonarmi a lui) anch’io subisco il potere magnetico dei nomi: come Guerm-antes sa di Merovingio, Musik ha sfondi dorati, di sere d’estate vellutate. (ungheresi?)
Ciao

 Fiammetta - 03/11/2011 10:48:00 [ leggi altri commenti di Fiammetta » ]

Maria, forse non ti sei accorta che il padre è tornato già più volte, superando la dimensione che pensiamo ci divida da lui, ma che invece ci lega misteriosamente ai morti.

 Giorgio Mancinelli - 25/10/2011 08:31:00 [ leggi altri commenti di Giorgio Mancinelli » ]

Non c’è nessuna attesa di ritorni, la vita è la tua e devi viverla in pieno, se ti è possibile con "verità", e tu mi sembra lo faccia al meglio. Freud non c’entra, s’affaccia dietro la porta socchiusa, ma se tu la spalanchi all’improvviso, magari ti fa l’occhiolino! Un argomento insolito, difficile da condurre in così pochi versi che tu hai colto al meglio. Con affetto.

 Luciana Riommi Baldaccini - 23/10/2011 14:28:00 [ leggi altri commenti di Luciana Riommi Baldaccini » ]

Una razionalità unilaterale, che tu mascheri da psichiatra, vorrebbe dare spiegazioni anche a ciò che non si spiega: semplicemente si vive e si attraversa. Come non può non essere vissuta e attraversata l’incertezza sui misteri della vita e della morte. Non ci sono risposte, nessuno forse le possiede e nessuno ce le dà, nemmeno un padre amorevole: questa la testimonianza preziosa e insostituibile di un padre che non risponde all’urgenza delle domande con la sua verità, ma con la sollecitazione e l’invito (tu dici l’ordine) a continuare a cercare la tua. Posso dirti che questo è anche l’impegno di chi, da psicoterapeuta, in parte svolge questo ruolo nella vita di persone che non hanno avuto il privilegio di un padre capace di offrire con la sua sola presenza l’immagine di un rapporto significativo con se stessi e con la vita.
Una poesia bellissima, la tua.
Posso abbracciarti?

 Franca Alaimo - 23/10/2011 14:27:00 [ leggi altri commenti di Franca Alaimo » ]

Maria ha una scrittura sempre appassionata ed estrosa, come dimostra anche questo testo, in cui la strofa finale, in corsivo, è un’ipoteica risposta a che si picca di interpretare la poesia attraverso la psicoanalisi. Ma la poesia è amore: questo grida Maria, che dedica i suoi versi al padre già morto, ma ancora così vivo coma maestro di vita: andare oltre se stessi è, infatti, la regola d’oro che egli ha consegnato alla figlia. E Maria lo fa sempre, infatti, per il semplice fatto di essere una "extra-ordinaria" poeta.

 Loredana Savelli - 23/10/2011 14:00:00 [ leggi altri commenti di Loredana Savelli » ]

Veramente bella. Un trattato di psicologia e un romanzo d’amore in poche righe.
Complimenti. Ti vedo "lanciata".
Ciao

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